In questi giorni abbiamo arricchito la nostra frigo vetrina con gli spumanti della cantina Col Vetoraz Valdobbiadene DOCG.
Extra Brut Ø – Extra Brut Cuvée 5 – Extra Dry Cuvée 13 – Dry Millesimato
Immancabile il Valdobbiadene Millesimato Dry , un vino elegante, intenso, fruttato con note floreali, nel formato classico da 0,75l e in versione magnum da 1,5l.
Nuovo arrivo è il Valdobbiadene Extra Dry Cuvée 13 ottenuto dalla selezione di 13 vigne, è un Valdobbiadene DOCG Extra Dry, con residuo zuccherino di 13g/l, che però nel contempo mantiene linee asciutte, ottimo aperitivo, ideale per accompagnare primi piatti di pesce o di verdura.
Incuriosisce il Valdobbiadene Extra Brut Cuvée 5 ottenuto dalla selezione di 5 vigne. È un Valdobbiadene DOCG Extra Brut, con un residuo zuccherino di 5g/l, che nonostante ciò riesce ugualmente a conservare espressioni rotonde.
Dal 2012 al termine di un progetto ambizioso, nasce come sfida la prima bottiglia senza zuccheri residui della DOCG il Valdobbiadene Extra Brut Ø che proviene dalle colline più favorevolmente esposte della vocata zona di Valdobbiadene è un vino assolutamente secco, ma ugualmente vellutato e rotondo, fruttato e floreale, è un ottimo aperitivo, perfetto per accompagnare conchiglie e crostacei.
All’interno delle confezioni di bottiglie troviamo la breve precisazione che vi riporto per spiegare perché Col Vetoraz solo “Valdobbiadene docg”:
Le colline che si estendono tra Valdobbiadene e Conegliano, da più di ottocento anni ospitano la coltivazione della vite.
La storia di un vino, soprattutto se di origine antica, è intimamente legata non solo alla terra che lo produce, ma anche agli uomini e alle donne che con esso sono cresciuti. Terra, clima, vino usi, costumi tradizioni: questo, nel suo insieme, è il vero significato di “terroir”.
Le colline di Valdobbiadene e Conegliano sono state aggraziate dal lavoro modellante dell’uomo, che nel corso dei secoli ha saputo disegnare la tessitura di un paesaggio incantato. Sono colline dall’aspetto leggiadro da cui si ottengono vini gentili.
Una storia secolare che improvvisamente nel 2009, ha ricevuto uno scossone. Per una scelta esclusivamente di politica economica, prosecco non è più la vite che da ottocento anni ha trovato dimora ideale su queste colline, ma è diventata una denominazione estesasu 9 province tra Veneto e Friuli. Territori privi di storia, dove la coltivazione della vite non è tramandata di generazione in generazione dalla sapienza dei vecchi, ma ha assunto una visione principalmente industriale.
Tutto ciò ha generato una situazione caotica, dove la semplice distinzione tra “prosecco” (vino prodotto nei territori creati nel recent 2009) e “prosecco superiore” (vino prodotto nelle colline storiche di Valdobbiadene e Conegliano) non è sufficiente per trasmettere una precisa identità.
Oggi la parola prosecco è diventata generalizzante, con il rischio reale di banalizzare e cancellare la secolare storia e vocazione delle colline di Valdobbiadene e Conegliano. Per questo riteniamo che sia fondamentale iniziare una comunicazione diversa, dove l’identità territoriale sia fortemente presente e non confondibile.
Col Vetoraz, dalla vendemmia 2017 ha deciso di togliere la parola prosecco da tutte le etichette e da tutta la comunicazione, utilizzando solo la denominazione “Valdobbiadene docg”, essendo questa l’unica e vera identità territoriale.
Io personalmente appoggio questa decisione!
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